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In amore : Il contratto di matrimonio


Anna Lauwaert –  Copyright 2003

-“Ciao Yvo” – disse Anna.
-“Ciao Anna” – rispose il segretario comunale.
-“Per favore vorrei informazioni sulle pratiche relative al matrimonio”
-“ Ah! Ah! – esclamò Yvo – Finalmente quel Renato si decide! Era quasi ora!”
-“No. – disse Anna stizzita – Renato non c’entra...”
-“Ah, scusa, scusa... “
-“Niente... le carte...”
-“ Già, le carte... tanto più che sei straniera... “
-“Si, si, lo so e divorziata e via discorrendo...”
-“Già, gli atti... i formulari... e bè, intanto, qui ci vuole l'atto di nascita, di cittadinanza... la sentenza di divorzio, copia autentificata del passaporto, la domanda datata e firmata dinanzi al funzionario del Consolato... “
-“Estratto casellario giudiziario...”
-“ No, quello no, per aprire una bottega si, per sposarsi, no...”
-“ Stessi documenti per l’altro contraente...”
-“Già... suppongo però che lui sia svizzero...”
-“Si, oriundo da Friburgo benché originario dal Tibet... quarta generazione... naturalizzazione agevolata... sai com’è...”
-“ Certo... e, posso chiederti chi è il felice promesso sposo...?” 
- “ È Kai, qui presente.”
- “ Come è Kai qui presente?”
-“ Già, lo conosci ben anche tu, eccoloqua”
-“ Ma scherzi!”
-“ No, no, per niente, non sono mai stata così seria.”
-“ Ma dai...”
-“ È così davvero! È la prima volta nella mia vita che mi sposo convinta di sposarmi.”
-“ Con un cane!”
-“ Bè, e allora ?... Per sposarmi con un uomo che mi tratta da cane e fare una vita da cani... tanto vale che mi sposo con un cane che mi tratta umanamente...”
-“ Ma con un cane non è possibile.”
-“Non è “un cane”, questo è il mio compagno, viviamo insieme da sette anni, non mi ha mai lasciata. Andiamo insieme a fare la spesa, in banca, in posta, al ristorante. Non frequento più nessun posto dove lui non sia ammesso. Veglia su di me. Quando mi alzo di notte controlla se sto bene. Quando arriva qualcuno mi avverte. Dagli estranei mi difende. Non mi ha mai tradita. Non rincasa mai alle due del mattino. Non lascia mai cadere la cenere di sigaretta sul tappeto. Non lascia mai la sua biancheria sporca per terra nel bagno. È presente quando ho bisogno di affetto. Non reclama mai né per il mangiare, né per gli orari, né per soddisfare le pretese prepotenti degli uomini... Me lo dici tu dove si trovi un uomo od una donna cosi? “
-“ E il sesso?”
-“ Ma va, ma va... il sesso è un’illusione, una mera tempesta ormonale che consuma molta energia e non produce niente quando va bene o produce figli con una catena inarrestabile di grattacapi quando va male... Lasciamo perdere gli atteggiamenti suicidi...”
-“Ma non puoi fare una famiglia con un cane.”
-“Il matrimonio non è una famiglia, è un contratto. Il mio cane adempie al suo dovere da sette anni, quindi, mi sembra giusto regolarizzare questa situazione e  dargli la sicurezza che conferisce un contratto di matrimonio.”
-“Non è previsto dalla legge”
-“Se è solo per quello, non era nemmeno previsto il matrimonio degli omosessuali.” 
-“Il matrimonio tra omosessuali è questione di protezione, di eredita, di assistenza reciproca, di diritto di visita in caso di ospedalizzazione, di occupazione dell’abitazione, quelle cose ...”
-“Per l’appunto è ben quello che intendo. Se io muoio, voglio assicurare un futuro tranquillo al mio cane, che possa usufruire del nostro appartamento, ricevere la rendita di vedovanza, se sono in ospedale che possa venire ad assistermi, che possa ereditare delle cose che abbiamo costruite insieme... mi sembra dovuto. Non vorresti mica sbatterlo in un canile oltre a lasciarlo morire di crepacuore...”
-“E i tuoi figli... Sono i tuoi figli che erediteranno e si prenderanno cura del cane.”
-“ Si prenderanno cura del cane ed erediteranno di lui dopo la sua morte...”
-“Comunque, il matrimonio omosessuale non è un vero matrimonio.”
-“Eccome no, non hai mai visto due signori vestiti di bianco col mazzo di fiori e la fede al dito... Il mio cane è bianco e beige ed io, ormai, col mio passato mi accontenterò del beige...  “
-“Si ma comunque un uomo ed una donna, al limite un uomo ed un uomo o una donna ed una donna... ma una donna e un cane...”
-“Ma anch’io sono un cane, nell’oroscopo cinese io sono un cane e mi sembra logico che mi sposi con un altro cane. “
-“Mah! - disse Yvo pensieroso – non so ... guarda proprio non lo so... non si è mai visto una cosa del genere... “
-“Come no! – esclamò Anna mentre tirava dalla sua tasca un’articolo di stampa  - leggi qua:


Bambina di nove anni si sposa con un cane


NEW DELHI (India) – Una bambina di nove anni è stata unita in matrimonio ad un cane randagio in occasione di una cerimonia nella parte orientale dello stato del Bengala. La celebrazione del matrimonio fa parte di un rito volto a tenere lontano il malocchio. La bambina, Karnamoni H., è stata data in sposa all’animale in fretta e furia per spezzare un sortilegio demoniaco, secondo quanto creduto dalla sua tribù (Santhal) nello sperduto villaggio di Khanyan.
Il padre della ragazza, un povero mezzadro di nome Baburam Handsa, non aveva sufficiente denaro per far sposare alla ragazza un giovane, così ha optato per un’altra soluzione: prendere il primo cane randagio dalla strada e darlo in sposo alla figlia. L’unica consolazione è che ora, liberata dal demonio, la ragazza può sposarsi, ma questa volta con un uomo vero. E non c’è neanche bisogno che chieda il divorzio al cane... 

 (Associated Press) 


 -“ Adesso, non vorrai dubitare dell'Associated Press? 
-“Eh, ma in India!...”
-“Eh, ma in India, eh, ma in India... non sarai razzista delle volte?”
-“No, no... ma...”
-“ Qui non c’è né se, né ma... Si vuole la società multietnica, ma non si accettano le conseguenze... Multiculturalismo si, ma la cultura indiana, no... Questo è razzismo il ché mi sembra azzardato da parte di un segretario comunale...”
-“ E non crederai mica al malocchio...”
-“ Se tu sapessi che uomini io ho conosciuti nella mia vita, non faresti nemmeno la domanda.”
-“Ma guarda – disse Yvo che cominciava a non più gustare la barzelletta – riferirò al sindaco. Intanto comincia a raccogliere gli atti necessari...”
-“ Ecco – rispose Anna – ci siamo, andiamo subito al sodo, perché bada bene che se è legale il matrimonio musulmano, non c’è nessun motivo perché non sia legale il matrimonio induista.”
Dopodiché Anna ed il suo cane Kai uscirono tenendosi affettuosamente per il guinzaglio.
-“Che idioti – disse Anna a Kai – se dopo sette anni di convivenza felice non hanno ancora capito che noi siamo già sposati...”
Kai annuì  alzando la zampetta ed annaffiò abbondantemente il muro del Municipio nel suo linguaggio universale comprensibile a tutti.




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