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In Dolomiti : "La Via del Drago" e " Le Grimpeur Maudit " : aggiornamento

Quando scoprii il corpo senza vita di Claudio, ebbi uno choc tale che, letteralmente, andai in apnea… Mi sedetti accanto a lui ed in me ci fu il vuoto. Poi incominciarono  le domande…Quando?… ovviamente ieri… Come?... ovviamente con una caduta verticale dal alto verso il basso… Perché ? …a questo non trovai nessuna risposta…
Era quel 28 maggio 1977. Il tempo passò. Mi misi a redigere la sua storia e “La Via del Drago” fu pubblicata nel 1995. Nel 2008 il libro ebbe una seconda edizione e nel 2009 ricevette il premio Leggimontagna. 
La vita era  continuata. I suoi genitori erano deceduti e tanti dei nostri amici, pure loro, se n’erano andati …
Fu solo tra il 19 e 22 agosto 2010 durante una commemorazione a Vallarsa che mi resi conto di quanto importante Claudio era rimasto, non solo per noi, ma anche per alpinisti “stranieri” o per le giovani generazioni. 
Rivedere  amici dopo trent’anni, certi venuti apposta dal Belgio e per fino da Londra,  fu sconvolgente. Rinacque il sentimento d’ incompiuto per non aver scritto la storia di Claudio in francese. Tradurre la Via del Drago non aveva senso perché era stata scritta pensando agli amici italiani e con emozioni ancora troppo a fior di pelle. Dovevo scrivere in francese, partendo da zero e sintonizzando la mia mente sui modi di dire, la mentalità e lo spirito francesi… Avevo rimandato perché sapevo che questo lavoro sarebbe durato almeno un anno… A Vallarsa, Bepi Pellegrinon disse che aveva iniziato il suo libro su “Claudio-alpinista” ed io decisi  di iniziare la storia di Claudio in Francese.
Claudio non aveva scritto un vero diario ma un' infinità di “note”. Avevo spulciato le sue scartoffie per poter stabilire l’elenco delle sue vie prestando  poca attenzione ai suoi commenti personali. 
La domanda “perché ?” diventò un’ossessione e ricominciai a frugare nell’archivio. Il "nostro anno" è il 1976. In un’agenda del 1975 Claudio aveva ricopiato questa frase di Cesare Pavese del 25.III.50 : “ Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché l’amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla”. Corsi in libreria a comperare “Il mestiere di vivere”.  Pavese termina il suo diario con “Tutto questo fa schifo. Non una parola. Un gesto. Non scriverò più.” qualche giorno prima di suicidarsi. Fui sconvolta. Claudio aveva trovato quella frase da qualche parte, per caso o aveva letto Pavese? Tornai sul solaio in Belgio a controllare il contenuto delle mie scatole di libri e scoprii che non solo Claudio possedeva “Il mestiere di Vivere”, in un’edizione del 1970, ma anche “L’échec de Pavese” di Dominique Fernandez e “Il vizio assurdo” di Davide Lajolo. Mi  colpirono  diverse “coincidenze”.
I primi nomi femminili appaiono nei biglietti di Claudio a partire dal 1960, anno in cui egli incontrò Marino Stenico ed è a tavola in casa Stenico che Claude decise di farsi chiamare Claudio perché la versione “Claude” in francese vale sia per maschi che per femmine e Claudio non voleva più portare un nome asessuato. 
Egli mi aveva detto di aver pensato ad un suicidio mascherato in incidente. 
Ma perché si sarebbe suicidato, adesso che eravamo ben allenati ed alla vigilia della nuova stagione in montagna? 
Ma perché Pavese si suicidò appena ricevuto il premio Strega che finalmente riconosceva la sua opera?
Durante il nostro soggiorno nelle Dolomiti, Claudio leggeva Moby Dick.  Pavese aveva tradotto proprio quel libro. Che cosa significava? “moby” significa grande, “dick” significa in gergo “tipo” e volgarmente “pene”  quindi “Moby Dick” significa “grande pene”… e questa balena è di fatti un physeter macroce-phalus…  in inglese “sperm whale”… e viene considerato il più grande carnivoro del mondo…Vale a dire “Il grande pene è il più grande carnivoro del mondo…” “the main antagonist of the novel” … il principale antagonista del romanzo…
Nel Mestiere di Vivere, numerose frasi potevano essere scritte per Claudio… 
Quel 27 settembre 2010 ero nella cucina della mia casa paterna. Stavo sorseggiando il mio caffè mattutino ascoltando il notiziario alla radio ed il presentatore disse “ Il sig. Laurent Gossieaux ha denunciato  abusi sessuali  subiti mentre era allievo nella scuola Sint Andries di  Zevenkerken. Le autorità dell’abazia benedettina hanno confermato i fatti...”
Zevenkerken… la scuola dove Claudio aveva soggiornato dal 1948 al 1952… Ripresi le pagelle scolastiche di Claudio. Dalla prima elementare egli era stato primo o secondo della classe fino alla pagella del 12 aprile 1952 che è disastrosa. Claudio venne espulso  dalla scuola, poi andò dai Gesuiti a Bruxelles dove diventò ribelle, poi finì malamente il liceo latino greco dai Gesuiti a Mons e quando fu iscritto alla facoltà di lettere non presentò nemmeno gli esami perché “aveva dovuto allenarsi per arrampicare e non aveva avuto il tempo di studiare”… 
Ritornarono i “perché ?”…
Come mai un ragazzino normale, di una famiglia normale, è un brillante allievo fino a questa data del 12 aprile 1952 e, bruscamente,  da lì in avanti non farà più nient’altro nella sua vita che arrampicare sulle rocce? 
Il Belgio era ancora indignato dall’affare Dutroux, ma il 23 aprile 2010  era scoppiato un altro scandalo: il vescovo di Brugge, Mgr. Van Geluwe dovette dimettersi in seguito alla denuncia per abusi sessuali su due suoi nipoti. Un’inchiesta fu lanciata ed in poco tempo si stimò a più di 5000 i casi di abusi sessuali nella chiesa fiamminga… Cosi si iniziò a parlare non solo dei casi ma soprattutto delle conseguenze per le vittime. Tutte dicono le stesse cose:  la loro vita è stata distrutta,  tutti sono prigionieri dell’impossibilita di parlarne e molti si suicidano anche 20 o 30 anni dopo i fatti… 
Cosa significava quando Claudio ripeteva queste parole di Johnny Hallyday “sono solo, disperato…”? Per quale motivo diventava veramente malato quando si trovava in una stanza dipinta di verde? Per quale motivo corse fuori a causa dell’odore nella stanza, a vomitare per strada, quella mattina ad Auronzo? 
Perché “odiava i fiori”? o la musica classica che veniva diffusa nel dormitorio? E la lingua fiamminga che però era la lingua della sua famiglia? 
Per quale motivo una persona colta come lui non volle più ascoltare che Johnny Hallyday o i Rolling Stones ignorando gli ottimi cantautori dell’epoca? 
Quando si qualificava di “grimpeur maudit” che cosa intendeva? 
Per quale motivo nelle sue lettere che scrisse dal collegio ai suoi genitori sembra tutto perfetto mentre nella realtà stava per essere espulso dalla scuola ? Perché questa forma di schizofrenia? di sdoppiamento della personalità? 
Perché i suoi comportamenti bizzarri e certa violenza rivolta verso se stesso?  Perché  parole cosi crude e volgari quando parlava di sesso? Perché i suoi scatti di malumore e tanta rabbia verso il clero?
Le sue pazzesche arrampicate solitarie erano dei tentativi di suicidio camuffato?
Un giorno mi disse che non aveva pensato a lavorare perché con  quello che aveva fatto in montagna credeva che non ne avrebbe mai avuto bisogno… insomma … che sarebbe morto giovane…
E se tutte queste stravaganze fossero, non capricci d’un figlio borghese viziato, bensì conseguenza di altre vicende?  
Chiaramente quella pagella del 12 aprile 1952 segna una rottura grave perché Claudio non è mai più stato capace de ritrovare una scolarità normale e nemmeno più una vita normale… Dopo questa data la vita dei suoi genitori è stata sconvolta e la sua morte ha sconvolto la mia… 
Anche se  non dispongo di nessun altro elemento che quella data fatidica, mi domando se Claudio è stato testimone o vittima di violenze da parte di adulti o di compagni. I biografi di Pavese parlano della sua infanzia infelice, dell’educazione severa, dei suoi problemi sessuali, tra l’altro l’eiaculazione precoce. Ma quale è la ragione di questi problemi sessuali? Anche lui era stato a scuola dai Gesuiti. E perché scrive di punt’in bianco nel “Mestiere di vivere” in data 17 aprile 1946 “Nossignore. Non bisogna inculare i ragazzini”… 
Non sono specialista di Melville, né di Pavese, né di psicanalisi ma una certezza c’è ed è quella della pagella scolastica del 12 aprile 1952. 
Nella sua vita Claudio ha avuto una trentina di amiche. Nessuna di noi è stata capace di ispirargli abbastanza fiducia per permettergli di aprire il suo cuore ed esorcizzare la tragedia che lo rodeva… Questo è per me il vero dramma.   
Non cerco di scalfire la reputazione di quella prestigiosa scuola, anche perché giudicare, coi nostri parametri attuali, fatti successi cinquant’anni fa, costituisce un anacronismo. Ma capire i perché di Claudio è  l’unico modo per me di raggiungere una certa pace.
Ho scritto il mio libro in francese. Nessun editore è stato interessato quindi  l’ho fatto stampare in 200 esemplari per gli amici. L’ho mandato a diverse persone, ho contattato associazioni e continuo a mandare lettere con la domanda  “Ci sono denunce che riguardano abusi sessuali in quella scuola durante gli anni ’50?”
Un anno è passato…
Una sera, squillò il telefono ed una persona che volle restare anonima mi disse <<signora, la risposta alla sua domanda è “si” … >>

Noi ammiriamo le imprese dei grandi scalatori ma raramente conosciamo le loro motivazioni profonde e la sessualità rimane uno dei peggiori tabù.
Per quale motivo Emilio Comici attingeva alla voluttà mentre superava da solo il vuoto e lo strapiombo?
Cosa significava per Paul Preuss, non solo di essere stato un bambino malaticcio con una sindrome poliomielitica, ma anche di essere  stato ebreo in quel periodo storico dell’affare Dreyfus?
Cosa significa per Claudio Barbier la pagella scolastica del 12 aprile 1952?
Eh si, caro Marino Stenico : “Alpinismo…  perché ? ” 

 Anna Lauwaert   -   29.XI.11

 "Alpinismo perché" = titolo di un libro del famoso alpinista trentino Marino Stenico e grande amico di Claudio Barbier.



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