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Claudio - le parole che dicono

 

Le parole che dicono…

 

Le persone parlano, le parole dicono della cose, però di solito noi sentiamo senza ascoltare.

 

Claudio ed anch’io siamo nati in famiglie “intellettuali”.

A sette anni egli leggeva Jules Verne. I suoi genitori parlavano e leggevano la stampa quotidiana in diverse lingue. Seguivano “la critica” ed erano al corrente delle nuove pubblicazioni, dei film ed avvenimenti culturali.

Suo padre era ingegnere formato all’università di Gent ed era diventato un funzionario statale di alto rango.

Sua madre aveva soggiornato a Roma per imparare l’italiano e in Inghilterra per imparare l’inglese ed il tennis.

Prima che io fossi capace di leggere, mi padre mi leggeva le belle storie dell’Antico Testamento e mia madre mi leggeva i libri della Contesse de Ségur. Si accendeva la radio per ascoltare il notiziario ma non c’era télévisione.

Mio padre mi offrì gli album di Tintin appena fui in prima elementare, avevo cinque anni. Più tardi mi fece scoprire poesie in fiammingo, tedesco, inglese ma soprattutto francese. Oltre ai classici francesi e inglesi che leggevamo a scuola, mio padre mi consigliò libri che aveva nella sua biblioteca tra cui “Nikita” di Tolstoï e “Le anime morti” di Gogol…

Mio padre suonava fagotto e clarinetto. In pensionato, dalle Suore, mia madre aveva imparato piano forte. Nell’orchestra dilettante, tra amici, pure lei suonava clarinetto. Avevamo l’abbonamento all’opera e regolarmente andavamo ai concerti ed a teatro.

Io avevo seguito il liceo latino matematica. Sguazzavamo nella grande letteratura. Claudio ancora di più di me poiché aveva fatto latino-greco, dai benedettini, (la super scuola dove andavano i figli della grande borghesia e pure i principi tra cui l’attuale re Filippo del Belgio) e gesuiti perdipiù…

A quei tempi si conoscevano le poesie a memoria non solo perché era obbligatorio a scuola ma anche perché eravamo penetrati, posseduti dalla bellezza dei grandi testi, i Victor Hugo, Lamartine, Vigny, chi più ne vuole più ne metta… addirittura i poeti latini… Il signor Barbier recitava ancora testi in greco antico.

Il liceo che si chiamava “les humanités” significava 6 anni in cui ogni giorno, ogni giorno, era studio della lingua madre, grammatica, vocabolario, letteratura… drill militare linguistico… Per aver bocciato due volte, i miei sei anni erano diventati otto… Otto anni di latino al punto di poter presentare l’esame di maturità in latino… Le giornate andavano dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 16. Non andavamo a casa, eravamo “interni”. Avevamo libero il mercoledì e sabato dopo pranzo e la domenica. Non avevamo né radio, né TV, né telefono. né stampa… Ogni sera avevamo compiti e lo “studio” andava fino alle 22… Ci si alzava alle 6……

La nostra preside ci diceva “Nessuna è obbligata di venire nella mia scuola. Il compito della mia scuola e di preparavi a poter entrare in qualsiasi facoltà di qualsiasi università. Quelle che vogliono fare pianoforte o balletto o hockey hanno sbagliato indirizzo. Voi siete qui per studiare e solo studiare. Ma nessuno vi obbliga a stare qui. Se rimanete significa che siete d’accordo col regime di “disciplina liberamente consentita”…

Era così, era prima della rivoluzione di Vaticano II e del 1968, era lo stile “Vieille France”, cioè il classicismo.

 

Perché insisto così pesantemente su questo quadro?

Prima di tutto perché questo, oggi non esiste più o forse ancora nelle scuole private riservate alle “élites”. Prima del 1968 tutti i bambini avevano la possibilità di beneficiare del miglior insegnamento e quindi accedere alle professioni più esigenti. Oggi sono grata di aver potuto ricevere questa educazione e ne vado fiera.

(Il sistema educativo europeo è stato modificato alla Conferenza di Lisbona nel 1999-2000 in modo da produrre 90% di consumatori e 10% di quadri – vedi JP Brighelli https://www.youtube.com/watch?v=xpPuloQdY0Q

https://www.youtube.com/watch?v=ra9nv8umSbk )

 

Claudio ed io avevamo ricevuto lo stesso tipo di educazione e cultura.

Quale non fu la mia sorpresa il giorno in cui egli mi presentò ad un suo amico dicendo:

 “Questa è Anne, arrampica, però non le piace Johnny…”

Al ché tutti e due fecero una brutta e triste smorfia…

Johnny Hallyday…

Certo, conoscevo Johnny, chi non lo conosceva, però agli standard delle nostre famiglie, educazione e cultura… Johnny… era scadente sia dal punto di vista musicale colle urla da rock and roll… che letterario colle parole da analfabeti… eppure, Claudio era fanatico adoratore di Johnny…

 

Era la grande epoca dei Jacques Brel, Georges Brassens, Léo Ferré, non solo grandi poeti ma anche grandi musicisti… Ma Johnny… nooo…

Lo presi come uno scherzo, un atteggiamento ridicolo quasi uno snobismo… ma comunque niente di serio, una gag alla quale stavano tutti i fan che giravano attorno a Claudio a Freyr. Era come la parola d’ordine di una società segreta…

 

È solo lentamente, progressivamente, che iniziai a fare più attenzione a questa Johnnymania…

Non so quando Claudio aveva iniziato la sua passione per Johnny, probabilmente fin dal primo disco.

Claudio aveva fatto il servizio militare nel 1958, anno della prima canzone di Johnny: “Je suis seul, désespéré”: sono solo, disperato…

https://fr.wikipedia.org/wiki/Liste_des_chansons_interprétées_par_Johnny_Hallyday

Per le date delle canzoni mi baso sulle informazioni di Internet, comunque qualche variazione non cambia il fondo. Una data è certa: quella della sua prima “performance” in télévisione il 18.IV.1960

https://www.youtube.com/watch?v=u7ZXSVaAIEg

Ovviamente, all’epoca, un ragazzo di 15 anni (Johnny era nato nel 1943) che urla sul palco “sono solo, disperato”… fece scalpore… Per tutti gli adolescenti che vivevano la loro “crisi adolescenziale”, io compresa, fu un colpo di fulmine: un ragazzo come noi urlava il suo disaggio sul palco, osava urlare che era solo, disperato…

Gli adulti furono scioccati: ma come? un ragazzino fa la rock star, si arrotola sul palco e urla parole rivoluzionarie, provocatorie, completamente all’opposto della buona educazione? Che cosa succede?

Già il rock and roll era inconcepibile… Già c’era la follia attorno ad Elvis Presley… che aveva registrato la sua prima canzone nel 1953.

Johnny, fin dalla sua prima canzone, “sono solo, disperato” aveva colpito la gioventù al cuore, aveva espresso il disaggio adolescenziale e diventò “l’idolo dei giovani” e lo rimase. Anzi rimase l’idolo di questi adolescenti che erano diventati adulti e gli rimasero fedeli fino alla suo morte ed anche oltre visto il perdurare del suo successo. Johnny ebbe funerali di stato ritrasmessi per televisione, con milioni di fan presenti e gli altri incollati al televisore.

 

Il personaggio di Johnny è interessante. Grosso modo egli fu abbandonato da suo padre, sua madre era una “artista”. Difatti, il bambino nacque e crebbe in un ambiente “artistico” di musica, palco, spettacolo, vita “alternativa”, vero saltimbanco corpo e anima. In pratica, a quindici anni, egli aveva già quindici anni di carriera artistica alle spalle.

Quindi, nel 1958 quando Johnny urla che è solo, disperato, Claudio a 20 anni ed è a militare. Cioè dalla famosa pagella del 1952, sono passati 6 anni di drammi: conflitti con le scuole ed incomprensione coi suoi genitori che non capirono mai perché di punt’in bianco il loro figlio smise di studiare e non fece più nient’altro che arrampicare su rocce…

Sua mamma, anche se non era d’accordo con l’andazzo del figlio tentò di trovare un modus vivendi mentre il suo padre rimase inflessibile.

Se Claudio fosse stato un ragazzino “normale” la sua passione per Johnny non sarebbe comprensibile, invece se si ipotizza che a scuola abbia o subito o assistito a “violenze” delle quali non gli era possibile parlare, si apre una tutt’altra prospettiva.

Claudio si trovava davanti ad un muro, non aveva nessuno a chi poter spiegare il suo problema: era veramente da solo a portare il “segreto” che gli rodeva l’anima. Dal 1955 Claudio fu socio del Club Alpino Belga e frequentò le falesie di Freyr dove poté sfogarsi in roccia e coi compagni, ma nemmeno lì poteva parlare dei suoi problemi intimi. I suoi compagni non sapranno mai nulla della sua situazione né intima, né di famiglia. Certo, si sapeva che non lavorava ma niente di più. Si raccontava che aveva ereditato da sua nonna o da uno zio ricco in America… Quando la gente non sa, inventa…

Ed ecco di botto la canzone di Johnny, ma che cosa dice?

Je suis seul Désespéré Quand je les vois par la main Tous les amoureux moi je sais bien Cet amour-là je ne le connaîtrai pas Il ne sera jamais pour moi Je suis seul Désespéré Tu as beau parler d'amour Je suis seul presque toujours Au milieu de mes tourments Je me dis que tu me mens La vie, la vie c'est bien joli Moi j'ai peur d'être un jour trahi Et ton amour, tu peux me jurer Je sais bien qu'un jour tu me feras crier Je suis seul suis seul Désespéré Je suis seul Désespéré Source : LyricFind

Traduzione

Sono solo Disperato Quando li vedo (tenendosi) per mano Tutti gli amanti io lo so bene Questo amore non lo conoscerò Non sarà mai per me Sono solo Disperato puoi ben  parlare d'amore Sono quasi sempre solo In mezzo ai miei tormenti mi dico che mi stai mentendo La vita, la vita è ben bello Ho paura di essere tradito un giorno E il tuo amore, puoi giurarmelo So benissimo,  giorno mi farai urlare sono solo sono solo disperato sono solo disperato Fonte: LyricFind

 

Mi confidò che aveva pianto molto perché aveva da sempre saputo che visto che non lavorava, che non aveva né professione, né stipendio, non avrebbe mai potuto sposarsi né avere una famiglia, aveva pianto perché non avrebbe mai avuto figli…

Nel 1962, Johhny canta che è “l’idolo dei giovani”.

Nel 1961, Claudio ha realizzato il concatenamento delle Tre Cime, nel 1962 è all’apoteosi della sua attività, va da un impresa straordinaria a un'altra… ed è in qualche modo l’idolo dei rocciatori.

Johnny canta: “La gente mi chiama l'idolo dei giovani C'è anche qualcuno che mi invidia. Ma se nella vita sapessero quanto sono solo, quanto sono solo…”

 

https://www.youtube.com/watch?v=fiFYcBrpQAo

Les gens m'appellent l'idole des jeunes Il en est même qui m'envient Mais ils ne savent pas dans la vie Que parfois je m'ennuie Je cherche celle qui serait mienne Mais comment faire pour la trouver Le temps s'en va, le temps m'entraîne Je ne fais que passer Dans la nuit je file tout seul de ville en ville
Je ne suis qu'une pierre qui roule toujours J'ai bien la fortune et plus et mon nom partout dans la rue Pourtant je cherche tout simplement l'amour Plus d'une fille souvent me guette Quand s'éteignent les projecteurs Soudain sur moi elles se jettent Mais pas une dans mon coeur Dans la nuit je file tout seul de ville en ville Je ne suis qu' une pierre qui roule toujours Il me faut rire et danser puis le spectacle terminé S'en aller ailleurs au lever du jour Les gens m'appellent l'idole des jeunes Il en est même qui m'envient Mais s'ils pouvaient savoir dans la vie Combien tout seul je suis Combien tout seul je suis

Source : Musixmatch

La gente mi chiama l'idolo dei giovani. C'è anche chi mi invidia Ma non lo sanno nella vita Che a volte mi annoio cerco quella che sarebbe mia Ma come la trovo Il tempo passa, il tempo mi porta via, sono solo di passaggio. Nella notte vado da solo di città in città Sono solo una pietra che rotola sempre, ho una fortuna e anche di più e il mio nome è ovunque Eppure cerco semplicemente l'amore Più di una ragazza spesso mi aspetta Quando i riflettori si spengono All'improvviso si lanciano su di me Ma nessuna nel mio cuore Di notte vado solo di città in città Sono solo una pietra che rotola sempre, devo ridere e ballare, poi lo spettacolo finisce All'alba vai da qualche altra parte La gente mi chiama l'idolo dei giovani C'è anche qualcuno che mi invidia. Ma se nella vita sapessero quanto sono solo, quanto sono solo…

 

Sempre di più Claudio va ai festival e ai concerti sia dei Rolling Stones che di Johnny.

Qui s’inserisce l’épisodio del suo ciondolo:

 

Il ciondolo o come nasce la leggenda

 

Non dico che non ci sono stati altri ciondoli o altre pietre o collane, dico che su nessuna foto si vede Claudio con un altro ciondolo, pietra o collana come quello sulla foto con Lino Lacedelli alle Tre Cime il 9.VII.72

Nelle sue cose non ho trovato nessun’altro né ciondolo, né pietra.

Quindi voglio raccontare la storia del ciondolo che ho qui davanti a me.

Claudio aveva trovato in Johnny Hallyday un anima gemella perché cantava “sono solo, disperato…”

Claudio aveva scritto a Johnny per chiedergli di arrampicare insieme, ma Johnny aveva risposto, no grazie…

Comunque Claudio seguiva i dischi e i concerti con passione.

Tra queste canzoni ce n’è una bizarra… dal testo caotico e assurdo :

 

Voyage au pays des vivants 1969          Viaggio al paese dei vivi  1969

 

Le jour de ma naissance                        Il giorno della mia nascità
Un scarabée est mort                             uno scarabeo è morto
Je le porte autour de mon cou               lo porto al collo
Fleur de porcelaine                                fiore di porcellana
Aux parfums interdits                            dai profumi vietati
Je n'accepterai que les fous                     non accetterò che i pazzi

Je ne recommencerai jamais                    Non ricomincerò mai

ce que j'ai fait                                           ciò che ho fatto
Oh non, non, oh !                                    Oh no…

Jouets de soldats morts                            Gioccatoli di soldati morti
Poursuivant des enfants                           che inseguino bambini
Ils courent dans ma direction                   corrono nella mia direzione
Rêvent de musique                                  sognano di musica
Aux couleurs de cristal                             dai colori di cristallo
Qui réclament ma protection                   che chiedono la mia protezione

Je ne recommencerai jamais 

ce que j'ai fait

Oh non, oh !


Les bras du soleil                                       Le braccia del sole
Aux ongles de diamant                               dalle unghie di diamante           
Ont capturé mon esprit                              hanno catturato il mio spirito
Sous un ciel de feu                                      sotto un cielo di fuoco        
Mes souvenirs d'amour                                i miei ricordi d’amore 
Reviennent autour de ma vie                        ritornano attorno alla mia vita

Je ne recommencerai jamais 

ce que j'ai fait

Oh non, oh !


Voleur d'étincelles                                          Ladro di scintilli
Et fabricant de fièvres                                    e fabricante delle febbri
Viendra pour arrêter le temps                         verrà per fermare il tempo
Et la mort vaincue,                                         e la morte sconfitta
Non, n'aura pas d'empire                                no, non avrà impero
Dans le pays des vivants                                  nel paese dei vivi…

Je ne recommencerai jamais                            Non ricomincerò mais

ce que j'ai fait                                                   ciò che ho fatto…
Non, non, non, non, non jamais

Je ne recommencerai jamais...


Je ne recommencerai jamais

non non non

Je ne recommencerai

Jamais
Jamais, non, jamais !

 

https://fr.wikipedia.org/wiki/Voyage_au_pays_des_vivants

Long Chris, l’autore di queste parole spiega che aveva trovato sul mercatino un ciondolo di vetro nel quale c’era un vero scarabeo e inciso al retro la data 15 giugno 1943, che, coïncidenza, è quella della nascita di Johnny…

Il resto del testo sono immagini psichedeliche, spiegate dalle parole No, no non ricomincerò mai più… con il LSD, l’hashish, ecc… no, no non ricomincerò mai ciò che ho fatto…

Per Claudio non si tratta di LSD ma delle sue salite: No, no non ricomincerò mai più quello che ho fatto…

Un giorno mi aveva fatto vedere il famoso ciondolo. È un disco metallico di 37 mm di diametro con, nel centro, uno scarabeo di ceramica/porcellana? tipo Egitto antico, largo 10 mm e lungo 15 mm, sospeso ad un laccio di cuoio.

Quando gli chiesi dove l’aveva trovato mi rispose che l’aveva comperato… sul mercatino…

20€ su https://www.catawiki.com/fr/l/71285835-broche-pendentif-argent-17-g-5-cm-egypte-milieu-du-xxe-siecle

 

La leggenda racconta che gli era stato regalato da una ragazza, e certi aggiungono “durante il Festival dell’isola di Wight…” https://www.dailymotion.com/video/xjxi3f

Purtroppo il Festival dell’isola di Wight si tenne tra il 26 e 31 agosto 1970 allorché Claudio era nelle Dolomiti a fare, il 25 VIII 70  la via Zeni al Ciavazes con Armin e il 31 VIII 70 la Pederiva al Pordoi con Maurice Fayolle (vedi elenco delle vie)

All’epoca, non aveva né i soldi, né i mezzi di trasporto “quantico” che gli avrebbero permesso di passare dal 25 al 26 agosto dal Pordoi a Wight ed essere il 31 agosto sia a Wight che al Pordoi…

Un altro elemento è decisivo: Claudio notava più scrupolosamente nei suoi quadernetti i concerti di Johnny che le vie percorse, se fosse andato a Wight l’avrebbe certamente segnato da qualche parte. Purtroppo non c’è.

Questo per lo scrupolo di esattezza tanto caro a Claudio. Se poi qualcuno preferisce sognare Claudio al Festival di Wight con una bella ragazza che gli regala un ciondolo… questa è un’altra storia…

Anna Lauwaert – 30.IX.23

 

Il 12 dicembre 1976 Johnny venne a cantare a Bruxelles. Claudio comperò due biglietti, i meno cari, perché bastava poter entrare nella sala, per il resto, se ne occupava lui… Difatti! Mi disse di vestire un vecchio jeans, una vecchia camicia, vestiti che si potevano stracciare e scarponi… ovviamente niente borsetta, niente che si potesse rubare o perdere e soprattutto avere le mani libere…

Quindi quella sera eravamo tra i primi ad aspettare davanti all’entrata. Quando le porte furono aperte, in un baleno, Claudio mi prese per mano e, scavalcando sedie, gente, servizio d’ordine e tutto il resto, mi trascinò, in un salto, al primo rango, direttamente dietro alle transenne, mi disse di aggrapparmi con forza alle transenne e di in nessuno modo lasciarmi strappare via dal mio posto… Io finì per stare in piedi su di una sedia e di calpestare delle mani… comunque eravamo al primo rango, davanti a noi i bodyguard e poi il palco… e Johnny a 5 metri… Bèh si… fu grandioso… Appena si entrava nella regola del gioco, si veniva trasportato dal carisma di Johnny, addirittura dal fascino della sua musica e così iniziai a capire Claudio.

 

Tra le parole delle canzoni ce n’erano di sconcertanti ed anche sconvolgenti.

Esempi:

“Requiem pour un fou”, requiem per un pazzo: un uomo ha uccido la donna che ama a causa del suo amore troppo grande… “L’amavo tanto che per tenerla l’ho uccisa”… Non sono parole proprio politicamente corrette e forse oggi non si potrebbe più cantarle: si verrebbe condannato per incitazione e apologia di femminicidio.

Era prima della rivoluzione-culturale-cinese europea.

 

https://www.youtube.com/watch?v=dkdRuWFzuL4

Je vous préviens, n'approchez pas Que vous soyez flics ou badauds Je tue celui qui fait un pas Je ne ferai pas de cadeau Éteignez tous vos projecteurs Et baissez vos fusils braqués Non, je ne vais pas m'envoler sans elle Dites au curé, dites au pasteur Qu'ailleurs, ils aillent se faire pendre Le Diable est passé de bonne heure Et mon âme n'est plus à vendre  Si vous me laissez cette nuit À l'aube je vous donnerai ma vie À quoi me servirait ma vie sans elle?  Je n'étais qu'un fou, mais par amour Elle a fait de moi un fou, un fou d'amour Mon ciel c'étaient ses yeux, sa bouche Ma vie, c'était son corps, son cœur  Je l'aimais tant que pour la garder, je l'ai tuée Pour qu'un grand amour vif toujours Il faut qu'il meurt, qu'il meurt d'amour  Le jour se lève, la nuit pâlit Les chasseurs et les chiens ont faim C'est l'heure de sonner l'hallali La bête doit mourir ce matin Je vais ouvrir grand les volets Crevez-moi le cœur, je suis prêt Je veux m'endormir pour toujours près d'elle Je n'étais qu'un fou, mais par amour Elle a fait de moi un fou, un fou d'amour Mon ciel c'étaient ses yeux, sa bouche Ma vie, c'était son corps, son cœur Je l'aimais tant que pour la garder, je l'ai tuée Je ne suis qu'un fou Un fou d'amour, un pauvre fou Qui meurt Qui, meurt d'amour, oh-oh-oh-oh

Source : Musixmatch

Traduzione:

Vi avviso, non avvicinatevi. Che siate poliziotti o curiosi, ammazzo chiunque faccia un passo Non farò regali Spegnete tutti i riflettori E abbassate le pistole puntate No, non vado volare via senza di lei Dillo al prete, dillo al pastore Che altrove vanno a impiccarsi Il diavolo è arrivato presto E la mia anima non è più in vendita Se stasera mi lasci All'alba ti darò la mia vita A cosa servirebbe la mia vita essere per me senza di lei? Ero solo un pazzo, ma per amore Lei mi ha fatto un pazzo, un pazzo d'amore Il mio cielo erano i suoi occhi, la sua bocca La mia vita era il suo corpo, il suo cuore L'amavo finché per tenerla, l'ho uccisa Così che un grande amore vive sempre Deve morire, deve morire d'amore Il giorno sorge, la notte tramonta I cacciatori e i cani hanno fame È ora di suonare l'hallali La bestia deve morire stamattina Spalancherò le persiane Spezzami il cuore, sono pronto Voglio addormentarmi per sempre accanto a lei Ero solo un pazzo, ma per amore Mi faceva impazzire, impazzire d'amore Il mio cielo erano i suoi occhi, la sua bocca La mia vita era il suo corpo, lei cuore L'ho amata tanto che per mantenerla l'ho uccisa Sono solo un pazzo Un pazzo d'amore, un povero pazzo Che muore Chi muore d'amore, oh-oh-oh-oh

 

Johnny inizia sul palco a 17 anni, ha una carriera di 57 anni, ha tenuto 3253 concerti, 79 albums registrati, 23 films e muore il 5.XII.2017

Quasi tutte le sue canzoni sono dei successi, qualcuna però spicca come

Gabrielle…

https://www.youtube.com/watch?v=LsoctV9emQg

Gabrielle, mi bruci la mente, il tuo amore strangola la mia vita

E l'inferno diventa come la speranza

Perché nelle tue mani muoio ogni notte

Voglio condividere qualcosa di diverso dall'amore nel tuo letto

E ascolta la vita e non rimanere più senza fiato sotto le tue grida

Oh finito, finito per me

Non voglio più vedere la mia immagine nei tuoi occhi

Dieci anni in catene senza vedere la luce, fu la mia condanna per amore

E buona fortuna a chiunque voglia il mio posto

Dieci anni in catene senza vedere la luce, fu la mia condanna per amore

Mi sono rifiutato di morire d'amore in catene

Gabrielle, fluttui nel mio cuore, è un'illusione di dolcezza

E tu canti, è una voce di bambino

Con cui mi congeli il sangue

Voglio spiegarti che confondi il giorno e la notte

Vorrei avvicinarmi a te, ma tu mi volti le spalle e scappi

Oh, sai davvero cosa vuoi fare?

Non sarò più schiavo della tua carne

Dieci anni in catene senza vedere la luce, fu la mia condanna per amore

E buona fortuna a chi vuole il mio posto, sì, il mio posto

Dieci anni in catene senza vedere la luce, fu la mia condanna per amore

Mi sono rifiutato di morire d'amore in catene

Mi sono rifiutato di morire d'amore in catene

Mi sono rifiutato di morire d'amore in catene

Fonte: LyricFind

 

Però durante il concerto con Claudio, Johnny ne cantò una del 1971 che diventerà forse la più bella: “Que je t’aime” Quanto ti amo

https://www.youtube.com/watch?v=V_o05vQEpQE

https://www.youtube.com/watch?v=7LgMsR-jI1k

https://www.youtube.com/watch?v=PfGstMC6neY

Quando i tuoi capelli si allargano Come un sole estivo E il tuo cuscino

Sembrano campi di grano Quando ombra e luce Disegna sul tuo corpo

Montagne, foreste E isole del tesoro Che ti amo, che ti amo, che ti amo

Che ti amo, oh che ti amo Quando la tua bocca è morbida Quando il tuo corpo diventa duro Quando il cielo nei tuoi occhi All'improvviso non più puro Quando le tue mani vorrebbero Quando le tue dita non osano

Quando la tua modestia dice di no Con una voce molto piccola

Che ti amo, che ti amo, che ti amo Che ti amo, che ti amo, che ti amo

Quando non ti senti più figa E diventi un cane femmina E quando il lupo chiama Finalmente spezzi le tue catene Quando il tuo primo respiro Finisce con un urlo Quando sono io a dire di no Quando sei tu a dire di sì Oh quanto ti amo Oh, ti amo Quando il mio corpo sul tuo corpo Pesante come un cavallo morto Non lo so, non lo so più Se esiste ancora Quando abbiamo fatto l'amore Come gli altri fanno la guerra Quando sono il soldato Chi muore e chi lo perde Che ti amo, che ti amo, che ti amo Che io ti amo Che io ti amo

Fonte: LyricFind

 

Quindi quella sera del 12 dicembre 1976, Claudio ed io eravamo a un concerto come quelli che vedete sui video. Io aggrappata alla transenna e Claudio alla mia destra… eravamo tutti e due “in trans”… quando echeggiarono le prime note di “que je t’aime”, Claudio mi afferrò, mi strinse tra le braccia follemente.

È così capii che per Claudio le parole di Johnny non erano solo parole di canzoni, artificiali, messe insieme per cercare la rima. Per Claudio non era “secondo grado” bensì parole vere, al primo grado, dette così senza veli, né pudore, parole al loro senso primordiale…

 

Poi Johnny cantò una canzone uscita il 30 giugno del 1976 e che si vede nel video proprio come noi l’abbiamo vista e vissuta… e nella quale le parole erano ancora più esplicite: “amami più forte, impediscimi di distruggermi” e durante la canzone Claudio si mise a vibrare, fremere, tutto il suo essere tremava e mi stringeva sempre più forte… Era fuori di sé…

Ma l’avrei veramente capito solo anni più tardi…

https://www.dailymotion.com/video/xnfe2

1976 (Pallavicini / T. Cutugno / adapt P. Delanoe)
Dietro l'amore
Derrière l'amour Il y a Tout une chaîne De pourquoi Questions que l'on se pose Il y a des tas de choses Des pleurs qu'on garde sur le cœur Et des regrets et des rancœurs Des souvenirs éblouissants Et des visions de néant Donne-moi donne moi ton corps Pour y vivre et pour y mourir Aime-moi, aime-moi plus fort Empêche-moi de me détruire Derrière ton amour Qu'est-ce qu'il y a Qui est cette femme auprès de moi Quand tu me dis je t'aime Est-ce bien moi que tu aimes Et lorsque tu me fais l'amour Est-ce que tu fais vraiment l'amour Derrière ce grand rideau noir Tu m'interdis d'aller voir Donne-moi donne moi ton corps Pour y vivre et pour y mourir Aime-moi, aime-moi plus fort Empêche-moi de me détruire J'ai besoin de tes mains sur moi
Et de ton souffle et de ta voix De tes joies de tes plaintes De tes cris de tes craintes J'ai tant besoin de ton corps Donne-moi donne moi ton corps
Pour y vivre et pour y mourir Aime-moi, aime-moi plus fort Empêche-moi de me détruire

Traduzione

1976 (Pallavicini / T. Cutugno / adattamento P. Delanoe)

Dietro l'amore

Dietro l'amore C'è Un'intera catena Perché Domande che ci poniamo Ci sono molte cose Grida che portiamo nel cuore E rimpianti e risentimenti Ricordi abbaglianti E visioni del nulla Dammi, dammi il tuo corpo Vivere lì e morire lì Amami, amami più forte Impediscimi di distruggermi Dietro il tuo amore Chi è questa donna accanto a me? Quando mi dici che ti amo Sono davvero io quello che ami? E quando fai l'amore con me Stai davvero facendo l'amore? Dietro questa grande tenda nera Mi proibisci di andare a vedere Dammi, dammi il tuo corpo Vivere lì e morire lì Amami, amami più forte Impediscimi di distruggermi Ho bisogno delle tue mani su di me

E con il tuo respiro e la tua voce Delle tue gioie delle tue lamentele

Dei tuoi pianti delle tue paure Ho così tanto bisogno del tuo corpo

Dammi, dammi il tuo corpo Vivere lì e morire lì Amami, amami più forte Impediscimi di distruggermi

 

Il concerto di Johnny, per me, fu una rivelazione perché aveva svelato il fondo dell’anima di Claudio: “sono solo, disperato, amami più forte, impediscimi di distruggermi…”

 

Claudio era rimasto grande ammiratore dei classici francesi. Nel 1975, durante un viaggio coi suoi genitori, a Saint Malò, egli non aveva dormito nella stanza riservata in albergo ma era andato col saccopelo a bivaccare al piede della tomba di Chateaubriand per “riposare in faccia all’oceano come il grande uomo”…

Con le parole delle canzoni di Johnny sotto gli occhi è chiaro che questo non è poesia al senso della poesia che noi abbiamo studiata a scuola, cioè testi degni del titolo di poesia, che siano poi i classici francesi o italiani… Le canzoni di Johnny non sono né Baudelaire, né Carducci, e nemmeno Pascoli… e nemmeno i testi dei cantautori come Fabrizio De André, Paolo Conte, Luccio Dalla o tanti altri straordinari poeti degni di questo titolo...

Quindi, nel caso Johnny, non era l’arte della poesia, la raffinata forma poetica che interessava Claudio bensì il senso primario delle parole e il coraggio di gridarle apertamente, senza ritegno, paura, pudore… un po’ come quando Zucchero canta: “ho bisogno d’amore, per dio…” ma Zucchero è più blando, educato, elegante… Johnny è più “écorché vif” scuoiato vivo, l’anima straziata, a nudo…

Claudio stesso non riusciva a dirlo, ma riusciva a gridarlo attraverso le canzoni di Johnny… Difatti, Claudio non era mai diventato adulto. La sua anima era rimasta prigioniera della? sua infanzia, adolescenza. Oggi si direbbe che non aveva superato lo shock post traumatico… il ché, purtroppo va nel senso della mia ipotesi.

Alla fine del 1976, era uscito un disco che non ebbe successo e ritracciava la storia di Hamlet col tema principale “ Je suis fou…” (sono pazzo). Era un opera rock ma che fu abbandonata a causa del flop del disco.

Per Claudio, il tema della pazzia era molto presente ed egli si autodefiniva “paranoico” e diede questo nome ad una delle ultime vie che aprì nel massiccio di Freyr.

 

Qualche brano di Hamlet:

https://www.youtube.com/watch?v=ibmJX-tGAO0

https://www.youtube.com/watch?v=w-X5OsbXaMc

https://www.youtube.com/watch?v=CYXVHenesQU

https://www.youtube.com/watch?v=rMbvYhYdiqk

https://www.youtube.com/watch?v=6a3969YS4f0

 

Ero riuscita a procurarmi il disco e lo ascoltammo durante la vigilia di Natale. Claudio doveva presenziare alla cena coi suoi genitori. Io lo aspettavo nel suo appartamento accanto. Durante tutta la cena egli si serviva, poi, col bicchiere di champagne, faceva un andata col piatto pieno da me e ritornava col piatto vuoto. Ci divertimmo…

Quando molto più tardi lo raccontai a sua madre mi rispose che non avevano capito quel curioso comportamento ma siccome egli sembrava felice, i suoi genitori non osarono fare domande per paura degli scatti di malumore che spesso rovinavano la loro convivenza.

 

Con l’uscita del libro di Monica che come titolo riprende le parole angosciate di Claudio, “Dimmi che mi ami”… mi sono tornate in mente queste parole delle canzoni di Johnny… parole che erano state dei gridi di aiuto, degli SOS d’amore… e che s’iscrivono nella mia ipotesi di dramma vissuto durante la sua infanzia… Parole che nessuno aveva prese sul serio…

 

Come già detto: nei documenti di Claudio trovai un cartoncino che tra il 1968 e il 1973 elenca 23 nomi femminili con una statistica sotto forma di segni: cerchietto, crocetta, stellina ecc a destra dei nomi… Erano state amiche molto intime. Purtroppo nessuna di noi è stata capace ad ispiragli fiducia al punto di permettergli di vuotare il sacco…

Claudio muore da solo, cadendo da una falesia lungo la Mosa, non a Freyr, ma in un massiccio che si chiama “le Paradou” il paradiso… aveva 39 anni, come Emilio Comici…

Claudio aveva soccumbuto a, come diceva Pavese, “il cancro che rode l’anima”, perché nessuno aveva ascoltato cosa dicevano le parole.

 

Anna Lauwaert 12.IV.24

 

I testi delle canzoni e le traduzioni provengono da Internet e Youtube.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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